La migliore colomba pasquale del 2017

A Pasqua il più classico dei dessert è la fetta di colomba, sul mercato ormai come per il panettone se ne trovano di tutti i tipi e gusti; sono finiti i tempi come negli anni sessanta/settanta quando tipicamente la colomba classica chiudeva il pranzo pasquale.

Oggi, al cioccolato o alla frutta oppure in qualunque altra gusto non importa, la cosa più importante per noi è che sulle nostre tavole ci siano colombe di qualità.

Quest’anno a Saint Vincent, in Val d’Aosta, sede della storica Pasticceria Morandin si sono riuniti
tutti i migliori pasticceri d’Italia per “La Primavera è dolce”, una manifestazione pensata per far conoscere al pubblico i lievitati pasquali più buoni della Penisola (Fonte cucina.corriere.it).

In questa occasione una giuria di esperti pasticceri e giornalisti si è riunita per decretare il miglior lievitato di Pasqua.
Gli esperti hanno assaggiato 23 colombe classiche.

I criteri di valutazione sono stati l’estetica, un elemento ormai indispensabile per qualunque cibo, ma anche.. olfattivo e gustativo.

A presiedere la giuria il padrone di casa Rolando Morandin, che insieme ai giurati ha eletto come “Regina Colomba” quella di Salvatore Gabbiano di Pompei.

Export salumi italiani si apre un nuovo mercato

Ci informano che un nuovo e “ricco” mercato extra-CEE, si aggiunge tra quelli in cui è possibile esportare i prodotti Made in Italy e più precisamente dei salumi italiani nelle Filippine.

Dopo una lunghissima negoziazione incominciata nel 2015 il Ministero della Salute italiano, ha annunciato e ufficializzato l’apertura del mercato filippino ai nostri salumi e alle carni suine.

Un successo condiviso con ASSICA – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, dopo una visita nel nostro paese delle Autorità sanitarie delle Filippine, che hanno verificato personalmente gli standard qualitativi e produttivi assicurati da questo comparto alimentare.

Secondo il presidente ASSICA Nicola Levoni – il mercato filippino ha buoni potenziali di crescita per la vendita e l’incremento delle esportazioni di salumi in Asia.

Quali sono i principali vantaggi per i produttori di salumi in Italia?

Prima di tutto quasi 100 milioni di abitanti, con un mercato e un’economia pienamente immersi nel boom asiatico.
Pil in crecita (+6%) negli ultimi anni solo la Cina ha saputo far meglio di loro.
Le Filippine hanno una popolazione giovane con la propensione al consumo fra le più alte dell’area e in costante aumento.

La buona propensione al consumo rende i prodotti alimentari italiani estremamente popolari e ricercati, nelle Filippine c’è una crescente richiesta sia di base che del comparto gastronomico.
Va detto inoltre che la presenza in Italia della più ampia comunità filippina in Europa rafforza inoltre la prossimità tra i due Paesi.

Consulta ora il nostro catalogo e scopri alcuni dei salumi italiani in vendita.

Vendita alimentari online

Da qualche settimana stiamo pubblicando delle statistiche riguardanti il settore dell’enogastronomia,
se vi siete persi gli articoli vi ricordiamo di guardare il post con i dati dell’esportazione di vino e cibo nel mondo oppure del prosecco diventato il numero uno tra gli spumanti italiani più venduti all’estero.

Oggi invece “parliamo” di ecommerce per annunciarvi con estrema soddisfazione il crescente successo della vendita online di alimentari, settore merceologico a cui apparteniamo storicamente da tempo.

Le vendite su Internet di cibo sono ancora una nicchia visto che rappresentano il 3% del totale delle vendite online degli e-commerce italiani, ma va detto che i siti web specializzati nella vendita di alimentari online stanno aumentando sensibilmente ed è previsto per loro un roseo futuro.

Ma quanti sono gli italiani che acquistano online?

Oltre 4 milioni con l’aggiunta di un 55% che ancora non lo fa, ma che ha dichiarato di voler provare molto presto.

Come funzionano i siti di vendita online di prodotti alimentari più diffusi?

Ci sono negozi nei quali è possibile fare la spesa e farsela consegnare comodamente a casa, fanno parte di questa categoria sia siti web che offrono un assortimento completo che di specifiche categorie come ad esempio l’ortofrutta.
Negozi dove si può fare l’ordine online e il cliente può ritirare successivamente la spesa presso il punto vendita.

Quali sono i prodotti più cliccati?

Tutti anche se i piatti già pronti sono tra i più gettonati, il 19% degli acquirenti online ordinano infatti da casa prodotti come pizza e sushi.
Grosso successo, anche, delle specialità gastronomiche locali che si trovano più facilmente online grazie a siti specifici piuttosto che nei negozi tradizionali.

Vini italiani e Cantine grosse novità in arrivo dall’estero

Nei giorni scorsi nell’articolo intitolato il valore del cibo italiano nel mondo vi abbiamo “detto” che il nostro vino è il prodotto più ricercato all’estero.

Ma quali sono i migliori vini italiani e quali novità sono in arrivo?

A nostro parere sono tantissimi tuttavia per non sbagliarci abbiamo voluto prendere spunto da una recente intervista rilasciata al Corriere Della Sera dalla sommelier americana Monica Larner che dal 2013 è la responsabile per l’Italia di Wine Advocate.

Durante questa intervista ha citato alcuni dei suoi vini italiani preferiti ma soprattutto ha dichiarato che nel 2017 probabilmente nuovi stranieri acquisteranno altre nuove cantine da produttori italiani seguendo un trend che già nel corso del 2016 è cresciuto sensibilmente.

La donna, che è in Italia da quando aveva l’età di 11 anni, nell’intervista ha detto “Nel 2017  mi occuperò in modo democratico del Nord, Centro e Sud. Per la Basilicata ho un particolare amore, il Vulture e il suo Aglianico mi affascinano. Punto sul Nerello Mascalese dell’Etna, dove vado spesso. Può conquistare nuove frontiere. Quest’anno continuerò a girare in Piemonte, Veneto e Toscana, dove ci sono denominazioni che offrono qualità incredibile.” Poi aggiunge: “Sono colpita dall’evoluzione del Chianti Classico. A Nordest mi aspetto risultati interessanti per Friulano, Malvasia, Sauvignon e Pinot bianco.

Monica Larner ha recentemente scritto un articolo sulle cantine italiane acquistate da stranieri.

La sommelier è convinta, ed è questa la novità, che le vendite continueranno: “Il mercato è fluido in tutto il mondo. Produrre vino non costa molto. Ma per venderlo, ora bisogna spendere di più. Bisogna viaggiare. Investire in biglietti aerei, hotel e ristoranti. Avere a che fare con il cambio monetario. Per le aziende piccole è sempre più impegnativo. Quelle più grandi sono più agili e più pronte: sono favorite. Un fenomeno che nel 2016 ha avuto una forte accelerazione.

Riguardo alle aziende italiane la Larner si aspetta alcune novità: “Sono curiosa di vedere come le grandi affronteranno il cambiamento generazionale: Antinori, Tenuta San Guido e le altre. I figli degli attuali patron hanno viaggiato, parlano le lingue, hanno frequentato scuole enologiche. Sarà interessante vedere se ci saranno cambiamenti stilistici.

 

Prosecco il numero uno tra gli spumanti italiani

Le festività sono appena finite e il vino inevitabilmente è stato tra i protagonisti a tavola in particolare grazie agli spumanti italiani che come ogni anno nel mese di dicembre hanno raggiunto l’apice dei consumi.

E’ stato soprattutto il prosecco a farla da padrone anche se va aggiunto che c’è stato un piccolo rallentamento delle vendite a causa del calo dei consumi dei vini fermi.

Stati Uniti e Regno Unito che insieme valgono il 33 per cento delle importazioni di vino al mondo, mostrano infatti un quadro poco rassicurante.
Negli ultimi cinque anni l’importazioni dei nostri vini nel mercato americano sono aumentate del 61 per cento a valore e del 26 per cento a volume, un buon risultato si potrebbe dire, superiore alla media di mercato (52 per cento a valore), ma ben lontani da alcuni paesi come la Neo Zelanda e la Francia.

Il dato allarmante per noi è che che questi risultati i nostri vini li ha fatti il Prosecco da solo.

Il rallentamento dei vini fermi è stato del meno 2,6%, invece gli spumanti sono cresciti del 25,5% e di questi
3 su 4 spumanti italiani stappati all’estero sono bottiglie di Prosecco.

Ma non solo Export per Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg che ha chiuso complessivamente il 2016 con 90 milioni di bottiglie vendute.

Esportazione Cibo e Vino Italiano

Il valore del cibo italiano esportato e dei nostri Vini in tutto il mondo nel 2016 ha ottenuto il miglior risultato di sempre.

L’anno scorso la quota riguardante l’esportazione di prodotti agroalimentari italiani ha raggiunto 38 miliardi di euro con una crescita del 3%.
Il dato è stato comunicato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero fino al settembre 2016.

A trascinare tutto il comparto enogastronomico italiano sono le esportazioni rivolte ai Paese dell’Unione Europea anche se va detto che il cibo made in Italy viene sempre più richiesto da tutti i principali mercati alimentari del mondo a partire dal Nordamerica ma anche Asia e Oceania.
Solo in Russia l’export continua a soffrire pesantemente gli effetti dell’embargo.

E’ il Vino Italiano il prodotto più ricercato, il suo valore rappresenta la consistente cifra di 5,6 miliardi di euro in crescita del 3% rispetto all’anno precedente.
Anche i prodotti ortofrutticoli (5 miliardi e +4%), e i formaggi (2,4 miliardi e +7 per cento), l’olio che fa segnare un +6% sono tra i prodotti alimentari Italiani più richiesti all’estero.

Tra le note più positive che vi vogliamo segnalare c’è il crescente successo del vino italiano in casa degli altri principali produttori, con gli acquisti che crescono in Francia (+5%), Stati Uniti (+3%), Australia (+14%) e Spagna (+1%).

Da sottolineare che in Francia lo spumante italiano ha ottenuto un incremento del +57%, in questo stesso paese sono cresciute anche dei nostri formaggi (+8%), ricercatissimi anche in Cina (+34%).
Nel gigante asiatico, che alcuni vorrebbero come inventore degli spaghetti, trionfa anche la pasta che registra un +16%.

Ma ora torniamo ad analizzare i dati delle nostre bevande perchè possiamo “dire” NON SOLO VINO… anche le vendite della birra italiana sono cresciute nei paesi nordici, in Germania, Svezia e anche in Gran Bretagna con un vero e proprio exploit nell’Irlanda della Guinness (+31%).
Ottimi risultati anche dei salumi italiani e prosciutti nazionali in crescita in Germania e Stati Uniti in quest’ultimo caso grazie anche al superamento del blocco durato 15 anni delle esportazioni nazionali in Usa.

Secondo Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, “Il record fatto segnare dai prodotti agroalimentari italiani sulle tavole straniere è significativo delle grandi potenzialità che hanno il nostro cibo e i nostri vini che traina la ripresa dell’intero Made in Italy”.

Il successo dei nostri prodotti sui mercati internazionali potrebbe migliorare sempre di più con una più efficace tutela nei confronti della ‘agropirateria’ internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All’estero sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre”, una ragione in più per acquistare CIBO & VINI ITALIANI ORIGINALI nel nostro catalogo!

Verso il Capodanno 2016: cotechino vs zampone, affinità e differenze

Cari amici di CDA eccoci giunti all’ultimo appuntamento dell’anno con i nostri prodotti gastronomici per le feste del 2016. Su una tipica tavola di capodanno non possono mancare due icone del periodo: lo zampone e il cotechino. Insaccati molto simili ma anche molto diversi, scopriamo insieme cosa li contraddistingue.

Zampone vs cotechino

Zampone e cotechino hanno entrambi alla base la preparazione di carne suina speziata, ma la differenza consiste nel taglio di carne utilizzata per preparare il ripieno e l’involucro.

L’involucro del cotechino è fatto di budello di maiale, anche se ne esistono delle varianti a base di budello artificiale. Per lo zampone si utilizza invece la zampa anteriore del suino che viene pulita in modo tale da far rimanere la cotenna, le unghie e le dita.

Per quanto riguarda invece il ripieno, i due insaccati sono molto simili. Entrambe sono farciti con carne e cotenna, macinati con sale e spezie per arricchirne il gusto e il sapore.

Le origini del cotechino e dello zampone

Il cotechino ha origini più antiche rispetto allo zampone, infatti la tradizione di conservare carni fresche nel budello di maiale risale ad antiche abitudini della Regione Friuli Venezia-Giulia. Questo insaccato deve il suo nome alla cotenna del maiale, detta cotica, e si consuma prevalentemente durante la notte di Capodanno, accompagnato dalle lenticchie come buon auspicio.

La nascita dello zampone è legata ad un evento storico del 1511, l’assedio di Mirandola da parte delle truppe di Papa Giulio II della Rovere. In questa occasione i cittadini pensarono di conservare la carne suina nella zampa anteriore dei maiali, in base al suggerimento del cuoco di Pico della Mirandola.

 CDA augura a tutti voi un felice anno nuovo. Arrivederci al 2017 con tanti altri prodotti tipici del patrimonio enogastronomico italiano.

Verso il Natale 2016: il foie gras

Cari amici di CDA Market, in questa ultima tappa gastronomica “Verso il Natale 2016″ ci soffermiamo sul foie gras, uno dei simboli più noti della cucina francese e molto presente anche sulle nostre tavole, soprattutto durante le feste.

Questo prodotto può essere impiegato come ingrediente nella preparazione di alcune succulenti pietanze, ma il suo sapore così particolare fa sì che possa essere consumato molto spesso come materia principale, semplicemente abbinato a una tartina e a un buon bicchiere di vino.

Cos’è il foie gras

La legge francese definisce il foie gras come il fegato dell’oca o dell’anatra, alimentata forzatamente al fine di farlo ingrossare.
Il foie gras che arriva sulle nostre tavole proviene principalmente dalla Francia, soprattutto la parte sud-occidentale e in modo particolare dalla Dordogna, dove viene realizzato quello a marchio IGT (Indication Géographique Territoriale, il corrispondente francese al nostrano IGP).

Il foie gras può essere d’oca oppure di anatra. Quello d’oca è più raro, ha un sapore delicato ed è considerato più pregiato. Quello d’anatra, invece, ha un gusto più intenso, è più diffuso e meno costoso del primo. Inoltre, ci sono diversi tipi di foie gras a seconda della composizione del prodotto. Si passa dal foie gras entier, il più pregiato perchè composto solo da due fegati diversi, al paté de foie gras, formato per il 50% di foie gras. Il foie gras può anche essere cru (crudo), mi cuit (quando viene pastorizzato a 70°) e cuit (se è stato sterilizzato a 100°).

Come utilizzare il foie gras

Uno dei migliori modi per apprezzare il sapore del foie gras è quello classico su crostini, tartine o pan brioche abbinato a un ottimo vino. La tradizione consiglia un Sauternes, un Montbazillac o un Bergerace ma va benissimo anche un buon vecchio Barolo italiano.

Se, invece, si vuole impiegare il foie gras in qualche ricetta, sono da provare il risotto al nero di seppia con il foie gras, i ravioli ripieni di foie gras e mele conditi con una gustosa salsa a base di scalogno oppure delle semplici, ma altrettanto saporite, scaloppine di foie gras, accompagnate da un classico purè di patate. Le fette di foie gras devono essere scaldate in una saporita salsina composta da burro, salvia, brandy, funghi porcini e brodo di carne (preferibilmente di vitello).

Con questa ultima prelibatezza si conclude il nostro viaggio nella gastronomia, italiana e non, verso il Natale 2016. CDA augura a tutti buone feste!

Verso il Natale 2016: il caviale

Cari amici di CDA market, quanti prodotti abbiamo già incontrato nel nostro cammino verso il Natale 2016? Ebbene, non abbiamo ancora finito. Oggi vogliamo parlarvi del caviale, una squisitezza che tanti, visto il costo elevato, si concedono giusto solo nel periodo natalizio.

uova-salmone

 Ma cos’è esattamente il caviale?

Il caviale è un alimento che si ricava dalla lavorazione e dalla salatura delle uova di un pesce chiamato storione. E’ un composto spalmabile di colore scuro, formato da tanti granuli (le uova) dal gusto più o meno delicato.

Alcuni tipi di caviale, meno pregiati dell’originale di storione, e quindi più economici, si ricavano da uova di salmone (il cosiddetto caviale rosso) oppure da uova di lompo che vengono colorate artificialmente di rosso o di nero.

La produzione di caviale, purtroppo, ha portato quasi all’estinzione delle popolazioni di storioni un po’ in tutto il mondo (ne sopravvivono alcune colonie nel Danubio e nelle zone del Mar Nero e del Mar Caspio), tanto che il CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) ha messo sotto tutela questa specie di pesci, assegnando ad ogni paese una quota propria di produzione ed esportazione che non deve essere superata.

Di conseguenza la maggior parte del caviale oggi in commercio proviene da allevamenti diffusi un po’ in tutto il globo, anche in paesi come il Cile o gli Emirati Arabi in cui gli storioni non sono mai stati presenti in natura. Anche l’Italia fa la sua parte: in provincia di Brescia esiste l’allevamento più grande del nostro paese, che produce ogni anno più di 25 tonnellate di caviale.

Il ciclo di produzione è molto lungo, si parla di un periodo variabile dai 5 ai 18 anni, a seconda della specie di pesce allevata, e questo spiega, almeno in parte, l’elevato costo di questo prodotto.

La buona notizia è che comunque il caviale proveniente dagli allevamenti ha le stesse caratteristiche di gusto e qualità di quello proveniente da colonie di storioni che vivono in libertà.

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Come gustare il caviale

Il modo più rapido, gustoso e apprezzato consiste nel servirlo semplicemente sui crostini come antipasto durante il cenone di Natale o di Capodanno. In questo modo ne basta poco per ciascun commensale, anche perché ha un gusto deciso, su ogni tartina ne metterete una minima quantità.

Potete naturalmente usarlo anche per farcire uno degli strati del vostro panettone gastronomico, rendendolo davvero irresistibile gustarlo come ripieno per i salatini di pasta sfoglia. Se volete una salsa diversa dal solito da spalmare sulle tartine, mescolate il caviale al burro e tenetelo in frigo fino al momento di servire.

Potrete anche stupire i vostri ospiti servendo un primo piatto davvero raffinato e particolare, usando il caviale come condimento per la pasta (perfetto un formato corto, tipo le farfalle) abbinandolo a dell’ottimo salmone affumicato.

 E il caviale si presta ovviamente ad essere inserito in un cesto natalizio ricco e raffinato. Lo sceglierete nella classica confezione in vetro, nel formato che preferite, scuro o rosso, in base ai gusti della persona a cui è dedicato. Per regalare un cesto davvero perfetto, non dimenticate di abbinare al caviale una confezione di salmone affumicato e una bottiglia di spumante di ottima qualità. E magari qualcosa di dolce.

Verso il Natale 2016: il salmone affumicato

Cari amici di CDA Market, oggi vi presentiamo una specialità particolarmente pregiata che non può mancare nel nostro percorso “Verso il Natale 2016”: il salmone affumicato.

Un alimento versatile, adatto a molte preparazioni diverse, ma il giorno di Natale lo possiamo servire semplicemente accompagnato da una tartina leggermente imburrata, il modo migliore per esaltarne il gusto ed apprezzarlo fino in fondo.

Un antipasto veloce da preparare, bello da vedere e di sicuro gradimento da parte di tutti che con il suo colore rosato, simile ad un fiore, mette allegria e vivacità in tavola ancora prima di assaggiarlo.

 Non bisogna esagerare nel consumarlo perché è un alimento particolarmente calorico, ma il salmone affumicato è anche ricco di omega 3, acidi grassi in grado di tenere sotto controllo il livello di colesterolo.

 Le caratteristiche del salmone

I salmoni sono pesci decisamente particolari: nascono in acqua dolce, presso le sorgenti dei fiumi, ma quasi subito li ridiscendono fino a giungere nell’Oceano Atlantico.

Qui crescono e diventano adulti, fino a raggiungere anche lunghezze di 1,5 m e quando arriva il momento di riprodursi ritornano al loro fiume, ne risalgono il corso controcorrente con poderosi balzi dentro e fuori e dall’acqua e vanno a deporre le uova nello stesso luogo in cui sono nati, in un ciclo vitale infinito. Esistono comunque anche alcune specie di salmoni che vivono sempre nell’acqua dolce di laghi e fiumi, per esempio in Finlandia e Russia.

Il salmone viene pescato prevalentemente in Canada, Scozia, Irlanda e Norvegia ma viene anche allevato un po’ ovunque nel mondo, anche in Italia, per far fronte all’elevata domanda del mercato. E qualitativamente, anche il salmone d’allevamento è ottimo e non ha nulla da invidiare a quello che si trova in natura.

Come si prepara il salmone affumicato

Una volta pescato, il salmone viene eviscerato, segue l’operazione di filettatura e successivamente il filetto viene posto sotto sale in contenitori di legno.

 A questo punto i metodi di affumicatura possibili sono due: a freddo o a caldo. Il primo tipo di lavorazione prevede che il salmone venga affumicato per circa 12 ore ad una temperatura mai superiore ai 20° C, il secondo metodo invece prevede l’affumicatura con legno di betulla a 120°C per i primi 20 minuti e poi a 80° C per le successive tre ore.

 Il salmone affumicato è acquistabile in buste sottovuoto più o meno grandi, dai 50 grammi in su a seconda del numero di commensali previsti.

 Se vogliamo fare un regalo speciale a qualcuno che ci è particolarmente caro, ricordiamoci di mettere una confezione di questo pesce prelibato nel cesto di Natale. Insieme ad una buona bottiglia di spumante e magari un panettone artigianale, porterà il gusto delle feste ovunque desideriamo.