La cucina italiana conquista il sud est asiatico

Che la cucina italiana sia rinomata in tutto il mondo e i suoi prodotti vengano esportati in qualunque parte del globo non è una novità, eppure nessuno si sarebbe aspettato che fossero in grado di riscuotere così tanto successo anche in Paesi con culture e tradizioni alimentari totalmente diverse dalla nostra. Da qualche anno a questa parte infatti, tra i nuovi mercati esteri che si sono aperti all’importazione di prodotti italiani ci sono anche quelli del sud-est asiatico, area non estranea ai tanti ristoratori internazionali che già da tempo avevano deciso di investire nel mercato asiatico riconoscendone pregi e potenzialità.

Quando si parla di cucina italiana all’estero molti ristoratori del Bel Paese hanno la presunzione di pensare che se un loro collega ha deciso di investire soldi e competenza al di fuori del territorio nazionale è solo perché in Italia la sua cucina non sarebbe stata in grado di competere con quella degli altri, e così l’estero viene visto come una sorta di contenitore in grado di accogliere tutti quei ristoratori che non ce l’avrebbero fatta in patria. Nulla di più sbagliato! Oggi non è più possibile “infinocchiare” gli stranieri presentando qualche piatto tipico italiano cucinato in maniera mediocre. Quando si parla di alta cucina italiana questa è facilmente riconoscibile sia dentro che fuori i confini nazionali, dove i palati sono diventati sempre più esigenti e oramai decidere di aprire un ristorante all’estero vuol dire accettare la sfida di una competizione agguerrita, proprio come accade nel sud-est asiatico, centro nevralgico dell’alta cucina internazionale.

In Asia la clientela è colta, curiosa, aperta a nuove esperienze gastronomiche e spietata nei giudizi quando è il caso, qui più che in altri posti il successo di un ristorante va di pari passo con il concetto di meritocrazia. Seppure l’esordio, più di trenta anni fa, della cucina tricolore nel sud-est asiatico non sia stato semplice, oggi la cucina italiana sembra aver conquistato completamente il pubblico asiatico, grazie a ristoranti di altissima qualità. Nonostante le differenti culture e tradizioni, anche in ambito culinario, c’è qualcosa che accomuna gli asiatici agli italiani, considerare il cibo una religione e il pranzo o la cena un vero e proprio momento di culto della buona cucina, forse anche per questo gli asiatici sono famosi per essere tra gli intenditori più intransigenti al mondo.

Insomma, oggi aprire un ristorante italiano nel sud est-asiatico sembra essere diventato uno dei principali hobby, dai piccoli bistrot a locali estremamente moderni in cui la cucina tipica italiana si mescola a quella locale esaltandone i prodotti. Tra i ristoranti più famosi a Singapore che tengono alta la bandiera del made in Italy, troviamo:
il Garibaldi, ristorante italiano di Roberto Galletti che offre una cucina tipicamente tradizionale accompagnata da una collezione di vini di tutto rispetto, una vera e propria punta di diamante dell’enogastronomia italiana nel mondo;
Buona Terra, aperto solo 6 anni fa, ma in pochissimo tempo è riuscito ad equilibrare perfettamente i tre ingredienti fondamentali per un ristorante di successo: estrema attenzione nella ricerca delle materie prime, cura certosina nella preparazione dei piatti e degli abbinamenti, una lista di vini italiani di ottima qualità e difficilmente trovabili nell’isola asiatica sud-orientale.
Se da Singapore ci si sposta a Bangkok tra i migliori ristoranti italiani troviamo:
Da Gianni, divenuto ormai un’istituzione e che da oltre vent’anni propone una cucina tipicamente italiana utilizzando esclusivamente prodotti e vini provenienti dal Bel Paese;
la Bottega di Luca, un tipico ristorante tricolore che si distingue per un’atmosfera familiare nella quale poter degustare piatti della tradizione culinaria italiana ma completamente rivisitati per una cucina innovativa e dai sapori rustici e genuini.
Le prossime aperture? Sicuramente seguiranno l’andamento generale: scelta di vini italiani artigianali e di alta qualità, selezione delle migliori materie prime autoctone italiane ed estremo interesse verso prodotti naturali e biologici.