Il cibo italiano è da difendere

Il 2018 è l’anno internazionale del cibo italiano, da sempre fiore all’occhiello del nostro Paese. Un’occasione per generare conoscenza del buon cibo tricolore e per rendere i turisti stranieri “ambasciatori del cibo italiano nel mondo”, per usare le parole del presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo. Nel Belpaese, l’intero sistema agroalimentare genera più di 274 miliardi di euro all’anno, con un peso del 17% sul PIL.
Cibo, ambiente e cultura sono le maggiori leve di attrazione turistica per il 54% degli italiani, mentre per due stranieri su tre la buona tavola costituisce la principale motivazione del viaggio.
Un’alleanza, quella tra turismo e alimentazione, che quest’anno ha la possibilità di essere ulteriormente valorizzata grazie ai Mercati di Campagna Amica, un progetto volto a creare una rete agroalimentare dove si ha la garanzia che i prodotti ortofrutticoli venduti sono italiani e rigorosamente a km zero.

La rete nazionale di aziende agricole e agrituristiche si pone anche l’obiettivo di difendere il nostro patrimonio agroalimentare dalla piaga della contraffazione. Il finto made in Italy, cioè i cibi che compriamo pensando che provengano dalla nostra terra e che arrivano invece da altri Paesi, sottrae 60 miliardi di euro all’economia nostrana, a fronte di un export alimentare italiano di 40 miliardi. Ogni giorno rischiano di finire nel nostro piatto importazioni di bassa qualità, che spesso risultano piene di diossine e sostanze tossiche. La richiesta di Coldiretti è quella di lanciare sportelli anticontraffazione nelle ambasciate dei singoli Paesi e soprattutto di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti. Un’etichetta trasparente che contenga non solo il luogo di confezionamento, ma anche l’origine delle materie prime, potrebbe davvero bloccare le imitazioni e le falsificazioni che danneggiano la nostra economia, oltre a tutelare la salute dei consumatori.

La cucina italiana è convivialità, piacere di preparare insieme un pasto e di condividerlo stando allo stesso tavolo, come sottolinea l’antropologo napoletano Marino Niola. È importante difendere queste tradizioni e impedire che vengano soppiantate da nuovi trend, come quello del pranzo in solitaria, tanto diffuso all’estero. Il “mangiare insieme” è un modus vivendi capace di promuovere l’interazione sociale e di tramandare l’identità della comunità, come sottolineato dal Comitato dell’Unesco in sede di proclamazione delle pratiche alimentari, sociali e culturali della dieta mediterranea come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.f

Secondo la Fao, la cucina italiana è il cibo del futuro. Il nostro stile alimentare è salubre e alla portata di tutti, in una parola “democratico”. I suoi ingredienti cardine sono i prodotti dell’orto, i cereali, il pesce, l’olio d’oliva, i legumi, i latticini, piccole quantità di carne e un moderato consumo di vino, tutti cibi generalmente poco costosi e che hanno un basso impatto sul territorio. Ecco perché la cucina italiana è oggi assurta a simbolo di alimentazione sostenibile e strumento per la tutela della biodiversità.

Nell’anno che celebra il cibo italiano nel mondo, i numeri del settore agroalimentare sono in linea con l’importante investitura. Il settore ha dimostrato negli ultimi anni grande vitalità e il trend positivo è continuato anche nei primi mesi del 2018. Il 2017 ha segnato la ripresa del comparto, che ha registrato un fatturato di 137 miliardi di euro, mostrando una crescita del 3,8%. A giocare un ruolo da protagonista sono state soprattutto le esportazioni, il cui valore si è attestato intorno ai 32,1 miliardi di euro, il 7% in più rispetto all’anno precedente. I 2/3 dei prodotti sono destinati al mercato europeo, ma rimane sostenuta anche la crescita in Nord America e in Asia. L’export è quindi sempre più strategico, con formaggi, salumi, dolciario e spumanti tra i prodotti più performanti.

L’anno internazionale del cibo italiano, nato da una collaborazione dei Ministeri delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e dei Beni Culturali e del Turismo, è un’occasione per difendere e rendere giustizia all’immenso patrimonio enogastronomico tricolore attraverso eventi dedicati alla celebrazione dei piatti tipici delle varie zone d’Italia e l’implementazione di itinerari di offerta turistica legati alla cucina italiana.
Dedicare il 2018 al cibo italiano significa quindi promuovere gli aspetti culturali e naturali del territorio, valorizzando il lavoro di agricoltori, allevatori, pescatori e produttori alimentari e, infine, facendo conoscere ai turisti italiani e stranieri i luoghi legati alla produzione agroalimentare del Belpaese.