I migliori luoghi in Italia dove trovare i tartufi

Sebbene sia spesso erroneamente identificato con un fungo, il tartufo è una delle specie tuberacee più raffinate che arrivano a solcare le nostre tavole.

Anche la ricerca stessa del tartufo non è cosa da tutti, infatti oltre a richiedere il possesso di uno specifico tesserino, necessita di una notevole dose di esperienza, utile a evitare il danneggiamento delle tartufaie e il degrado paesaggistico causato dalla realizzazione di buche non necessarie.

Tartufo in Italia: località di maggior interesse

L’Italia è un territorio fertile per questo tipo di tubero: basta seguire la dorsale appenninica per assicurarsi di toccare aree ricche di tartufaie di diverse qualità e pregio. La regione più importante per la produzione e la raccolta del tartufo è sicuramente il Piemonte, dove troviamo i più ricercati tartufi bianchi e neri, in particolare attorno alla zona di Alba (Cuneo). Altre località di spicco sono Acqualagna per i tartufi bianchi e Bagnoli Irpino per quelli neri.

Rimanendo nel settentrione, sicuramente anche il Veneto merita una menzione per quanto riguarda la ricerca dei tartufi, collocandosi tra le località più redditizie assieme alla Lombardia. Seguendo invece lo scheletro della nostra penisola, costituito dalla catena degli Appennini, le regioni di maggior interesse risultano l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio, l’Umbria, il Molise, le Marche, la Campania e la Calabria.

Raccolta del tartufo: alcuni consigli

Il tartufo impiega all’incirca sei mesi per maturare, ed è consigliabile coglierlo solo a questo punto del ciclo vitale sia per una questione di gusto e qualità, sia perchè è solo ad avvenuta maturazione che ne inizia la fase riproduttiva che permette il mantenimento delle tartufaie. Generalmente il tubero si assesta a una profondità che va dai cinquanta ai settanta centimetri al di sotto del terreno.

I luoghi che risultano più consoni alla vita del tartufo sono le zone boschive, in assenza di piante erbacee e con una presenza arborea inferiore al 30% del totale. Qualitativamente il terreno più adatto ha origine calcarea e risulta mediamente permeabile.

Vi sono poi delle piante in prossimità delle quali è più probabile imbattersi nella presenza di tartufaie. In questo caso è importante distinguere tra le due qualità esistenti, ovvero il tartufo bianco e quello nero.

Le piante simbionti caratteristiche del tartufo bianco sono il salice bianco, il tiglio, il nocciolo, la farnia, il rovere, il carpino nero, la roverella, il pioppo, il cerro e il salicone. Inoltre un terreno più fertile per questa tipologia di tartufo non è eccessivamete permeabile ma areato, ha origine calcarea, argillosa o sabbiosa e risulta povero di azoto e fosforo in favore invece del potassio.

Il tartufo nero invece, viene rinvenuto in prossimità di cerro, nocciolo, leggio, tiglio, carpino nero, cisto e roverella. Anche in questo caso un terreno povero di fosforo e azoto risulta particolarmente favorevole alla crescita di questo tubero, mentre dal punto di vista della coposizione, il tartufo nero predilige aree calcaree ma ad alto contenuto di detriti e pietrisco, con un sottosuolo compatto.

Ricerca del tartufo: meglio soli o accompagnati?

Un tartufaio esperto può forse fare a meno di un fidato compagno di avventura, ma è in genere raccomandabile servirsi di un cane adeguatamente addestrato per la ricerca dei tartufi. Le razze più indicate per questo scopo sono il Lagotto Romagnolo (razza indicata specificatamente come “cane da tartufo”), il Bracco Tedesco, il Pointer e altri cani utilizzati tipicamente per la caccia e il riporto.

In passato era diffuso anche il cosiddetto maiale da tartufo: il mammifero infatti, essendo dotato di un fiuto molto sviluppato, svolgeva perfettamente il compito di individuazione ed estrazione del tubero. Tuttavia, la foga con cui il maiale esegue lo scavo, arrivando spesso a danneggiare irreparabilmente le tartufaie, nonchè la sua ingordigia, che lo porta a ingerire gran parte dei tartufi estratti, hanno fatto sì che non venisse più considerato consono e quindi che il suo impiego venisse vietato per legge.