Verso il Natale 2016: il pandoro

Nuovo appuntamento con “Verso il Natale”. Dopo avervi presentato il panettone, dolce milanese immancabile nella tradizione delle feste, vogliamo darvi un nuovo spunto per comporre il cesto di Natale perfetto.

Ecco quindi un altro prodotto gastronomico tipico della tradizione natalizia, il pandoro, dolce tipicamente Veneto ma ormai diffuso in tutta Italia, ideale per chi non ama uvette e canditi ma non vuole comunque rinunciare alle leccornie delle feste.

La storia del pandoro

Come abbiamo detto il pandoro è un dolce tipicamente veneto che deve le sue origini e alla città di Verona dove nel XIII secolo era conosciuto come “pane de oro” e servito sulle tavole della nobiltà veneziana.

Il pandoro come noi oggi lo conosciamo invece è nato nell’ottocento dal Nadalin (dolce veronese consumato durante il Natale ai tempi della dinastia Della Scala).  E’ Domenico Melegatti il papà del pandoro, fondatore dell’omonima industria dolciaria veronese. Proprio lui nel 1894 ha depositato il brevetto dell’autentica ricetta del dolce tipico veneziano: morbido e dalla caratteristica forma a stella, realizzato dal pittore impressionista Angelo Dell’Oca Bianca.

Se Melegatti è stata dunque la prima grande azienda a produrre il dolce a forma di stella esistono tuttavia altri machi leader nella grande distribuzione come ad esempio: Bauli, Maina, Balocco e Paluani.

La ricetta tipica del pandoro

Il pandoro è stato riconosciuto dal P.A.T tra i prodotti agroalimentari tradizionali nella sezione dedicata alle “Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria.

Vediamo dunque quali sono gli ingredienti che non devono assolutamente mancare nella tradizionale ricetta del pandoro veronese:

  • Farina
  • Zucchero e zucchero a velo
  • Uova
  • Lievito
  • Burro e burro di cacao

Ingredienti semplici dunque a discapito della preparazione del pandoro che invece e piuttosto lunga e articolata e prevede diverse fasi: l’impasto infatti va fatto lievitare in in quattro fasi per un totale di cinque ore. Solo dopo l’ultima lievitazione in uno stampo imburrato, e un successivo riposo di 30-60 minuti, il dolce può essere finalmente cotto e mangiato.

Il secondo appuntamento con “Verso il Natale” si conclude qui. A presto con nuovi spunti per comporre un cesto di Natale perfetto!